Su Caponata Web - L’Oste e il Sacrestano – Licata (Ag)

pubblicato il 22-01-2014

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Licata, il nome di questa cittadina mi riporta alla memoria la Vigata romanzesca di Camilleri e l’idea di un pranzo mi conduce inevitabilmente al suo protagonista, il commissario Montalbano, ed alla sua passione per la cucina quale espressione della storia e della cultura siciliana.

Ed è un po’ questa l’esperienza vissuta da me, marito e figli compresi, presso l’Oste e il Sacrestano.

Arrivati in Corso Vittorio Emanuele, percorriamo a piedi l’ultimo tratto che ci porta al locale attraversando viuzze in cui si respira l’atmosfera di una kasba araba. Ci troviamo in pieno centro, e lì dove una volta vi era una sacrestia è nata questa “hostaria enoteca” .
Ad accoglierci troviamo Chiara, moglie e manager ( così scherzosamente da noi soprannominata) di Peppe Bonsignore. Il locale, seppur poco luminoso, è reso accogliente da un muro in pietra bianca con grandi foto su tela che portano la firma dello stesso Peppe, e dalla grande quantità di vini e prodotti alimentari di nicchia, che scopro essere in vendita.

Ci affidiamo totalmente “all’oste” per un menù degustazione, ho utilizzato appositamente questo termine perché è quello che realmente raffigura Peppe, un uomo che superficialmente si potrebbe definire introverso, ma che in realtà vuole solo raccontare sé stesso e la sua terra, a cui mostra un attaccamento viscerale, attraverso i suoi piatti. Piatti che parlano di territorio, di tradizioni, di ingredienti semplici, di mare e di spezie tutte siciliane. Ed in questa sua rappresentazione ha scelto di uscire dagli schemi “chef-cliente”.
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